L'ampolla di Asclepio - Conoscere il proprio ruolo
di Roberto Merante, medico e maestro di M.T.C.
Era un piacere sentire la morbida resitenza della poltrona che mi accoglieva tutte le sere che passavo nel club di Asclepio. Mi dava una sensazione di appartenenza , di essere al posto giusto e comunicai le mie sensazioni agli amici seduti intorno a me.
"Ti comprendo perfettamente - rispose Wilhelm - mi è capitato spesso sia in posti lontani di fronte a spettacoli superbi che fra le braccia del mio amore. Credo sia un segno della serenità che certe situazioni ci procurano"
La voce precisa e sommessa del Professore fece da contrappunto: "Non credo che sia solo l'equilibrio del nostro cervello o una produzione di serotonina a farci sentire in questo modo!. Penso sia la nostra consapevolezza di essere al posto giusto nel momento giusto e pertanto ci sentiamo completi".
Mi fermai a riflettere giocherellando con la pipa (ovviamente spenta): "Credo che la stessa cosa succeda quando facciamo un lavoro che mette a frutto le nostre capacità e le nostre conoscenze. Al contrario fare qualcosa che non sentiamo come nostro incide non solo sulla nostra serenità ma anche sulla nostra capacità 'di fare'."
"Fare tutto è impossibile - esordì Asmir - Fare bene nel proprio lavoro dovrebbe essere un impegno costante per ogni persona. Se la vita te lo permette, dato che non sempre si può scegliere, fare il lavoro per cui si è preparati in tanti anni e non un altro è l'unica via per dare il meglio ed essere completi. Un idraulico, dopo anni di esperienza, che si metta a fare l'elettricista non solo non potrà svolgere tale compito con la massima competenza ma non sarà completamente realizzato. Sei d'accordo doc?"
"Certo anche quanto si tratta della salute delle persone è importante che ogni figura professionale conosca il proprio ruolo e lo svolga al meglio delle proprie capacità. Ma questo nasce dalla consapevolezza del proprio ruolo specifico nel processo che porta alla saluta delle persone"
Wilhelm che fino ad allora ascoltava in silenzio scosse la tesa ed con voce sconsolata ci disse:
"Tutto vero ma in tal senso noi operatori bionaturali siamo ancora alla partenza. In fondo nella confusione che regna neppure noi sappiamo quale sia il nostro posto. Figuratevi che neppure è chiara la definizione delle varie arti che professiamo: shiatsu, massaggi, naturopatia … devono ancora vedere definito il loro ruolo nel cammino del benessere per l'uomo. Questo non solo dal punto di vista legale ma anche nella mente degli operatori. L'unica cosa certa per la maggior parte di noi e la spinta interiore a ricercare con tutte le nostre capacità una risposta ai problemi che affliggono le persone che a noi si rivolgono. Forse l'unica cosa che possiamo fare è cercare tutti insieme, senza conflitti, un identità comune"
Tante cose poi furono dette soprattutto personali ma di questo preferisco non parlarne e lasciarle nella memoria sotto il titolo 'la vita dei miei amici'